sabato 2 novembre 2013

Thailandia: ultima notte a Rambuttri

E' decisamente tardi stanotte, ma tanto ieri ho dovuto aspettare le 3 per prendere sonno. Ho smesso la melatonina (presa x 3 giorni), vediamo adesso come risponde il corpo al jet lag.
Per adesso suda molto, ma ogni giorno meno.
Ultima notte a Bangkok in questa guest house di Soi (vicolo) Rambuttri, una zona frequentata da viaggiatori con lo zaino in spalla nella zona Khao San Road; stasera mi sono seduto ad un tavolo a bere una Chang (birra) e guardare il passaggio. Siamo a Bangkok ma questa via potrebbe essere ovunque nel mondo.
In questi giorni a volte mi sono sentito fuori posto: non ci sono molti viaggiatori solitari sugli 'anta che frequentano questa zona che e' un po frikkettona...
Ricordo che mentre mi documentavo in internet sono incappato in un commento di un giovane viaggiatore che si lamentava degli 'anta che in giro per il mondo si comportano come giovincelli, che fanno compassione, che nella vita avrebbero dovuto essere stati capaci di costruirsi un benessere economico che gli permetta di scegliersi posti migliori e non competere con i piu giovani per le sistemazioni economiche. Sottotitolo: falliti che non stanno a casa.
Ricordo che mi aveva colpito la sua posizione, ed onestamente guardando alcuni 'anta che trovo in giro un dubbio alcune volte puo' venire.
In questi giorni ho anche colto qualche occhiatina di intesa, risatina, cenno indirizzati alla mia persona: i giovani a volte sono cosi, sopratutto quando sono in coppia o in gruppo, glivaltri diventano argomento di conversazione.
Quindi do anche io questa impressione?
Stasera bevendo Chang guardavo il passeggio di Rambuttri, talmente affollata nell'ora di punta che sembrava un lungomare italiano in agosto. Locali con aria di festa, di posto dove i giovani socializzano, dove ci si diverte.
E mentre la musica disco imperversa nell'aria, mentre passa una donna in costume tradizionale, con il cappello a cono che cerca di vendere souvenir, mentre un venditore di palloncini (quelli che volano, gli stessi pesci e cavallini che abbiamo noi) si sposta per far passare un tuk tuk, mentre il bancone di fianco prepara mojito e il triciclo di fronte frigge indefinibili cose che sembano commestibili, mentre passa una donna che vende scorpioni fritti ed i soliti bancarellari cercano di attirare l'attenzione dei clienti, mentre questo e molto altro accade, il mondo passeggia.
E scopro di non essere un rasta, di non essere una coppia di giovani ugheresi benvestiti, di non essere una ragazza che cammina scalza sovrapensiero, ne un cinquantenne che si fa la tinta nero corvino ai capelli, non ho braccia e spalle coperte di tatuaggi ne due treccine di 50 centimetri che scendono dalla barba tenuta corta, non sono ubriaco, non sono grassissimo, non ho una brutta cicatrice in faccia da scottatura, non porto cappelli buffi ne pantaloni giganti dove entreremmo in 4.
Bene.
Siamo a Bangkok ma questa via e' un mondo a se stante.
E come nel bar di Guerre Stellari, io faccio parte del bestiario.
Domani Myanmar... in carrozza signori, si cambia!!!!
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(foto: particolare di un anta di un armadio del 1700, Museo Nazionale di Bangkok)
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1 commento:

  1. cosa significa faccio parte del bestiario? non ricordo l'attribuzione in Guerre stellari, a chi era rivolta? interessanti queste osservazioni ... descrivi tutti soggetti un pò fuori dal consueto ... forse tu sei solo un pò più consueto in un posto diversificato. E' più facile forse "sentirsi" in un luogo dove si trovano propri simili, anche si è soli il rispecchiamento è più semplice. Li sei rappresentativo di una specie!!! i MAURINI :-) hahaha

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