giovedì 7 novembre 2013

Quando meno te l'aspetti

Ieri mattina sveglia alle 5:45 per andare a prendere il bus di linea delle 8 che da Yangon porta a Bagan, tempo previsto una decina di ore per quasi 700 km.
Non poteva esserci momento meno opportuno per farsi venire la diarrea del viaggiatore, e invece...
Per fortuna non sembra una forma grave da annullare il viaggio ma pensare di viaggiare in quelle condizioni un po mi preoccupa, anche in considerazione che non ho un posto prenotato all'arrivo.
Taxi alle 6:15, arrivo alla stazione dei bus fuori citta ore 7:00, mezzora prima del richiesto ma con il traffico non si sa mai ...
La stazione dei bus di Yangon e' quel girone infernale che sta dopo i golosi e prima dei lussuriosi: gente ovunque che vende qualsiasi cosa, un centinaio di autobus, poco niente asfalto (chissa come diventa nella stagione delle pioggie).
Il mio autista trova a colpo sicuro il mio bus (io non sarei stato capace, solo scritte birmane) e rivedo scene gia viste in situazioni simili: nei bagagliai viene caricato di tutto, anche mobiletti e materassi, pochissime valigie e molti scatoloni, nonche' pacchi cuciti apposta.
Il bus e' delux con aria condizionata, parte alle 8 e iniziamo.
Il panorama e' affascinante: campi palme casette di paglia ... purtroppo dopo 4 ore dello stesso panorana il fascino e' svanito.
Dal verde ogni tanto spunta la punta dorata di uno stupa, un bel contrasto.
Continuo a sentire movimenti all'intestino e continuo a dirmi che ce la posso fare.
Verso le 12 mi dico che tanto prima o poi si fermeranno, ed infatti ecco un area di sosta (siamo sulla nuova superstrada che collega Yangon a Mandalay).
Il bagno pubblico mi aiuta a sentirmi meglio ma la situazione e' un po evoluta: faccio pranzo con tre banane che, si sa, fanno bene e contengono sali minerali.
Se la situazione e' questa ce la faccio, ma mi sto indebolendo.
Risaliamo nel bus ed il posto gia piccolo (loro sono di taglia piccola, quindi anche i posti sono risicati) lo sembra ancor di piu.
Digerire le banane mi provoca una vampa di calore ed inizio a sudare copiosamente, con accenno di senso di vomito e sbandamento.
Sento la tensione crescere e stavolta chiudo gli occhi ed inizio a parlare al corpo, con dolcezza, come ad un bambino: ho quello che fa per te, integratori di sali minerali e fermenti, ho bisogno che tu mi porti fino in albergo dove posso recuperare il bagaglio e prendermi cura di te.
Ha funzionato a Tikal, ed ha funzionato di nuovo a Yangon: dopo un po che parlavo dolcemente al corpo mi sono addormentato e quando mi sono svegliato un oretta dopo andava meglio.
Arrivare e' stata lunga, non trovavo pace in quel posto stretto e mi sono goduto poco il viaggio.
All'arrivo un altra stazione dei bus ... il primo procacciatore di alberghi che ho trovato gli ho chiesto di portarmi in uno di cui avevo il nome e lui mi mette su un carrettino trainato da un cavallo.
Ci superavano anche le biciclette!
Ero disposto ad accontentarmi ma la prima camera che mi hanno fatto vedere era molto piccola e mi sono fatto portare ad un altra guesthouse dove, alle 20, ho disfatto i bagagli e, con dovuto rispetto, mi sono preso cura del corpo.
Poi una doccia e 12 ore di sonno filate.
Oggi va meglio, giornata di riposo assoluto, sto tornando in forze e al corpo glielo dovevo.

2 commenti:

  1. .....devo imparare anch'io a parlare al mio corpo.......

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  2. ... devo proprio provare anche io! ottimo fratello sei bravissimo!

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