Stamane il programma e' piu' ardito: trovare in citta' il punto dove partono i bus o i pickup collettivi in direzione Yangon, montare su quello giusto, farsi scendere al posto giusto (Nwa-la-bo, 20km circa) per poi salire a questo templio che e' una specie del Golden Rock. E ritorno.
Parlassero inglese pure pure, invece bisogna accontentarsi di molti gesti, tanti sorrisi, buona volonta' e due parole: bus e Nwa-la-bo.
Ma loro sono fantastici e disponibili, quindi ...
Trovato il punto di partenza, c'e' un pickup collettivo che aspetta di essere pieno per partire ed alla parola Nwa-la-bo il ragazzino fa cenno di salire.
Il pickup collettivo e' un pickup al cui cassone dietro sono state applicate 2 panche di legno ai lati ed a cui e' stata montata una intelaiatura che fa sia da tetto che da piano da carico rialzato.
A pieno carico dentro ci stipano anche un 25-30 persone, 4-5 appesi al predellino dietro, 7-8 sul tetto: le donne stanno dentro e non le fanno arrampicare sul tetto.
Partiamo e comincia a caricare persone, pentoloni, sacchi, borse della spesa, pezzi di motore.
Ma la gente e' incuriosita, guarda e alcuni ridono: oltre la domanda 'da dove vieni' non sanno chiedere in inglese, ma e' comunque un contatto; il resto lo si capisce con la lingua dei segni e la disponibilita', tipo 'dove vai' 'ti piace il Myanmar'.
Il ragazzino che smista la gente ed aiuta a caricare e' premuroso, si assicura che io stia comodo, poi ad un certo punto il pickup si ferma e lui fa segno di scendere.
Come a Golden Rock (da adesso la abbrevio in GR), per salire a Nwa-la-bo c'e' solo il camion ma la stazione di partenza non ne ha a decine come GR, ma solo 2 o 3.
Infatti nonostante sia domenica non c'e' nessuno, ed i miseri 2 o 3 posti dove vendono cibo, bibite e snack sono desolatamente deserti.
Atmosfera messicana, tutto e' fermo, il camion e' vuoto, l'autista steso sulla sdraia, chiedo e mi dicono che parte tra un ora: mi metto seduto e aspetto.
Tempo dieci minuti arriva chiassoso un piccolo bus scassato che scarica una quarantina di mamme, bambini, ragazzi e ragazze giovani, donne anziane.
E' chiaro che si conoscono tutti, sembra il bus della parrocchia dove le donne hanno lasciato a casa i mariti e sono partite in gita.
Come per magia tutto si anima, subito ci si imbarca sul camion e si parte.
E' chiaro che desto curiosita', capisco che si fanno le battute anche perche' sono tutte donne e contrariamente a loro io non ci sto' con le gambe e devo stare seduto tutto storto.
C'e' una bimbetta con il vestito giallo che e' stata tutto il tempo girata a guardarmi, con il viso tutti occhioni e sorriso.
La salita e' ancora piu' ripida di GR ed il camion arranca su due piccole strisce di cemento su salite e discese ancora piu' impervie; questo posto e' visitabile solo nella stagione secca, perche' come inizia a piovere il camion non ce la fa piu'.
La comitiva scherza, gridano per gioco alle curve improvvise, alle arrancate, nei discesoni, come alle montagne russe.
Il camion si perde dentro valli e crinali verdi ed aggredisce la montagna fino alla cima: anche qui si parla di massi in bilico ma l'area della montagna che e' stata 'civilizzata' attorno ai massi e' tutta altra cosa rispetto a GR, se quello era enorme e pieno di negozi e bancarelle come S.Pietro a Roma questo e' piccolo e modesto come una chiesetta di campagna. Se i visitatori a GR erano 1000 (piu altrettanti venditori) qui i visitatori sono 40.
Ma anche se avevo intravisto bei panorami salendo non ero preparato all'impatto della vista da in cima al templio: un balcone sul verde che a destra e a sinistra degrada fino a pianure coltivate e risaie ed a 2 fiumi puntinati di isolette che confluiscono, poi ancora pianura, collina e montagne.
Bellissimo, sicuramente uno dei panorami piu' affascinanti mai visti nella mia vita rovinato solo dalla foschia e dal cielo coperto.
A differenza di GR, qui i massi in bilico sono 3, uno sopra l'altro.
Non sono giganteschi come GR, ma 3 sufficentemente grandi uno sull'altro sono un mistero difficile da accettare per una mente razionale.
I bambini mi gironzolano attorno curiosi, capeggiati da 'vestito giallo'; dicono 'hello' e sorridono, e lo stesso faccio io.
Ad un certo punto ne ho 5-6 attorno e una delle mamme grida loro qualcosa; loro sono un po incerti e poi capisco che forse vogliono che io faccia loro una foto.
Come faccio il gesto per chiedere se volevano una foto li vedo sorridere tutti insieme ed in meno di un secondo me li trovo tutti in gruppo in posa.
Scatto e poi faccio loro vedere la foto, e ad uno ad uno indico il loro viso sulla foto; sono contenti e gridano di felicita'.
Tempo mezzo minuto arrivano 2 mamme che mi fanno capire di fare la foto anche a loro; ed anche a loro faccio vedere la foto.
Ridono e scherzano tra di loro, dicono 2 cose hai bambini e questi uno ad uno, fieri e contenti, vengono a stringermi la mano ed a regalarmi un sorriso.
Posto magico, Nwa-la-bo!
"... nella terra degli Arhat ..."
Novembre 2013 - Febbraio 2014: un viaggio in Indocina nella bellezza della natura asiatica sulle orme della cultura Buddhista Theravada. Quattro mesi da solo ed in compagnia di amici fidati per percorrere 8500 km tra Thailandia, Myanmar (ex Birmania), Laos, Cambogia, Vietnam del Sud.
venerdì 29 novembre 2013
Myanmar: Nwa-La-Bo
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