Quando, mesi fa', cercavo un volo per andare da Ho Chi Minh City a Phuket trovavo solo combinazioni abbastanza costose e neanche le compagnie low cost riuscivano ad abbassare il prezzo in modo sensibile; ad un certo punto pero' mi sono imbattuto nella TigerAir che mi dava un prezzo stracciato ma mi avrebbe fatto passare per Singapore con una coincidenza di quasi 6 ore.
Mi sono sempre detto che un viaggiatore ha molto tempo e poco denaro, e quindi l'ho comperato.
Ero oramai rassegnato ad una noiosa attesa sulle poltrone delle sale di aspetto ed invece l'aereoporto di Singapore, sorpresa, e' una vera e propria citta' con le sue attrazioni e cose da vedere.
Prima di tutto, questo aereoporto sembra essere il sesto al mondo come traffico passeggeri, e si sono organizzati molto bene; ad esempio, avendolo saputo prima si poteva usufruire di un tour gratuito di 2 ore in citta'.
Ma dentro l'aereoporto non ci si annoia: trenini per spostarsi all'interno, enormi sculture mobili (cercate su internet Kinetik Rain Sculpture), piacevoli giardini sulle terrazze, piscina dove nuorare e prendere il sole, poltrone che ti fanno il massaggio ai piedi, cinema, sale relax, sale giochi, il giardino delle orchidee, il giardino delle farfalle ed altro ancora.
Quest'ultimo e' un enorme salone pieno di piante e di farfalle che svolazzano indisturbate e ti si posano anche sulle mani.
Un concetto diverso di aereoporto: un posto da visitare, esplorare, vivere.
"... nella terra degli Arhat ..."
Novembre 2013 - Febbraio 2014: un viaggio in Indocina nella bellezza della natura asiatica sulle orme della cultura Buddhista Theravada. Quattro mesi da solo ed in compagnia di amici fidati per percorrere 8500 km tra Thailandia, Myanmar (ex Birmania), Laos, Cambogia, Vietnam del Sud.
martedì 28 gennaio 2014
L'aereoporto di Singapore
Dal Vietnam alla Thailandia
E il viaggio cambia faccia ancora una volta; da Saigon volo per Singapore e da li per Phuket, in Thailandia.
Come dice la Ica, che gestisce un agenzia di viaggi: gli italiani viaggiano pure, ma poi almeno una settimana di mare la vogliono sempre.
Anche io sono italiano e allora ... mare!!!
Dopo 3 mesi di bus, avventure, citta', templi e rovine un po di relax; meno "viaggio", piu' "vacanza".
Mi viene in mente ancora una volta Camilleri ed i personaggi dei suoi romanzi che, in siciliano, usano il termine "vacante" per "vuoto".
Ecco, mi piace pensare alla vacanza come ad un tempo dove non ci sono cose 'da fare', uno spazio vuoto che puo' rimanere tale, meno attivo e piu' passivo.
L'altra parte del Tao, almeno per un po.
(foto: una foglia di banano, prima di schiudersi ...)
Vietnam: le pagode
Una delle diversita' che distingue il Vietnam dal resto dell'Indocina sono i luoghi di culto; sono tutte pagode anche se esistono pagode vietnamite e pagode cinesi.
Quale sia la differenza non lo so, sembra che loro le distinguano dalle grandi scritte che sono ovunque, sia all'ingresso che dentro; il problema e' che per me sono tutte 'cinesi', quindi ... booh?
Come avevo gia' visto a Can Tho, anche le pagode di Saigon hanno un fascino particolare: le costruzioni hanno i tipici tetti sovrapposti e gia' all'ingresso si e' accolti da grandi pannelli con ideogrammi.
Entrando non si entra in un locale chiuso come nelle chiese o nei templi buddhisti ma si entra in un cortile attorno al quale si aprono locali aperti che accolgono statue, scritte, oggetti e paramenti vari.
Ma e' il fumo e l'odore degli incensi insieme alla penombra degli ambienti che caratterizza questi luoghi; ovunque ci sono bracieri pieni di polvere nei quali sono infilzati decine e decine di bastoncini di incenso.
Il fumo che si alza verso il cielo porta con se la preghiera o la richiesta dell'offerente, e appese al soffitto si trovano spesso lunghe spirali di incenso con un biglietto scritto; ci mettono anche piu' di una settimana a bruciare ed a 'portare in cielo' in messaggio, lasciando che la polvere cada tranquillamente sul pavimento e sui fedeli.
E' un atmosfera magica, una combinazione di fumo, odori, penombre, splendidi lavori di legno scuro intarsiato o magnifiche scene di porcellana a rilievo, il tutto avvolto in grandi pannelli con ideogrammi a noi incomprensibili.
Sono luoghi di pace per lo piu' buddhisti che qualche volta includono elementi induisti o taoisti, nell'eterno tentativo di fondere la nuova religione con la vecchia e non scontentare nessuno.
sabato 25 gennaio 2014
Vietnam: una tazza di caffe'
Una delle cose che puo' far felice un italiano all'estero e' fermarsi ogni tanto a bere un buon caffe'; il Vietnam e' un valido produttore di questa bevanda ed il prodotto offerto al pubblico e' di buona qualita', anche per il nostro gusto.
Le macchine per l'espresso ci sono, anche se non sono ovunque, mentre il loro modo di berlo normalmente e' filtrandolo.
Il migliore produttore di caffe' si chiama Trung Nguyen ed il loro prodotto piu' esclusivo, piu caro e venduto con una profusione di superlativi che rasenta l'estasi e' il "ca phe' chon", o "caffe' delle donnole"; e' caffe' molto particolare i cui chicci vengono fatti mangiare dalle donnole, che ne sono ghiotte, e poi recuperati ancora interi dalle loro feci.
Questa 'lavorazione' tratta il chicco in modo particolare ed il caffe' prodotto in questo modo sembra essere molto buono.
Che fai, non lo provi?
Una tazzina di questo caffe', servito di tutto punto ad uno dei bar migliori sulla via piu' centrale di Saigon, viene poco meno di 7 euro contro i 2 di quello ordinario, ma e' un esperienza che va fatta.
Arriva una tazzina con un altra cosa appoggiara sopra che contiene l'acqua bollente e la polvere di caffe': in 5 minuti il caffe scende attraverso un filtro nella tazzina sotto, a questo punto si toglie la parte sopra, si zucchera se si vuole e si gusta.
E' un ottimo caffe', molto forte, intenso e cremoso al palato, non acido e con un buon profumo; sarebbe un buon caffe' anche in Italia ma questo non richiede macchine espresso, solo acqua calda e filtro.
Solo un po costoso,
Acc ... 'ste donnole ...
Vietnam: Ho Chi Minh City
La capitale del Vietnam e' Hanoi mentre Ho Chi Minh City (abbreviato in HCMC, la ex Saigon) era la capitale del Vietnam del Sud prima della 'riunificazione' dei due Vietnam.
Ci sarebbe molto da dire sui Vietcong, sulla guerra, sulla politica, sugli Americani e sul napalm (i cui effetti si vedono ancora oggi su alcuni infermi che chiedono l'elemosina vicino ai punti piu' famosi della citta'): oggi il Vietnam e' uno stato comunista, con ancora le bandiere rosse con falce e martello, che pero' preferisce applicare un 'socialismo orientato al mercato'.
Tradotto significa che l'apparato statale si regge, e quindi caldeggia, sull'imprenditoria privata che e' la vera locomotiva di questa nazione operosa, in piena espansione.
La Cina, da cui discendono come etnia i Viet, e' l'eterno nemico storico ma con cui pero' i vietnamiti condividono cultura, religione, medicina ed oggi radici politiche.
Quindi bandiere rosse ovunque, ma ognuno ha il suo motorino, il suo lavoro, la sua vita dignitosa (i motorini sono milioni mentre sono piu rare le auto e le biciclette).
Il quartiere definito Distretto 1 di HCMC viene ancora oggi chiamato Saigon ed e' il 'centro storico' della citta'; e' affascinante passeggiare per queste vie dove ci sono momenti in cui sembra di essere nella Parigi di inizio secolo, dopo 5 minuti sembra di essere tra i grattaceli di New York, e poco dopo di passeggiare tra le moderne boutique di alta moda milanesi.
A parte il traffico caotico e la difficolta' di attraversare la strada (un arte che pero' ho oramai appreso abbastanza bene) la citta' e' piacevole da visitare per un paio di giorni; l'ottimo cibo vietnamita e le bancarelle dei mercati aiutano a rendere ancora piu piacevole l'esperienza.
venerdì 24 gennaio 2014
Vietnam: My Tho
Comunque tutto questo flusso turistico che passa tutti i giorni per My Tho in paese non si vede nemmeno e non ha influito in nessun modo sulla piacevolezza di essere qui.
Prima di tutto, il fatto di essere nei giorni precedenti al capodanno lunare cinese ha fatto si che tutta la passeggiata bordofiume fosse piena di centinaia di stand colorati di piante, fiori e bonsai.
Sono rimasto a bocca aperta davanti a delle autentiche opere d'arte viventi, indescrivibili pezzi unici anche di dimensioni importanti che fanno impallidire i bonsai che vediamo da noi.
E poi gli scorci 'veneziani', il mercato e sopratutto la gente molto cordiale e disponibile, che saluta sorridente: un continuo 'hallo ...'
Vietnam: le isole di My Tho
Uno dei posti che mi rimarra' piu' nel cuore in questo viaggio sara' My Tho, una cittadina del delta del Mekong in cui molti turisti passano ma che nessuno visita: infatti da qui ci si puo' imbarcare su un battello per esplorare le isole fluviali vicine.
L'escursione e' molto battuta in quanto con poco piu di un ora di viaggio ci si arriva dalla capitale: significa che nel piazzale di partenza dei battelli parcheggiano decine di pulmann che sbarcano continuamente turisti per una 'esperienza' mordi e fuggi del delta.
In realta' la visita alle 2 isole 'famose' e' molto artificiale, un ambiente costruito apposta per accogliere i tour, ma un paio di cose carine da vedere ci sono comunque.
giovedì 23 gennaio 2014
Vietnam: Can Tho (2)
Il giro prosegue con una navigazione in canali piu' piccoli, una visita ad una azienda che produce noodles (simile alla nostra pasta) ed una passeggiata per un villaggio con alberi da frutta e risaie verdi.
La natura e' dirompente e rigogliosa, un tripudio di verde in tutte le sue tonalita' e forme che a noi europei richiamano la vegetazione asiatica e che genericamente chiamiamo 'palme'.
Spento il motore della barcha, il silenzio e' rallegrato dai rumori della natura; il gallo che canta, le foglie che si muovono al vento, lo sciabordio dell'acqua.
Le immagini che vedo sono come me le sono sempre immaginate; il delta del Mekong.
Vietnam: Can Tho
Situata abbastanza al centro del delta del Mekong, Can Tho e' un punto di partenza per esplorare i canali dei dintorni e per vedere i mercati galleggianti, ma la sveglia e' alle 5!!!
Barchino piccolo ed agile, guida giovane con un buon inglese, in un ora di navigazione arriviamo a Cai Rang: e' un mercato all'ingrosso dove grandi barche di legno gettano l'ancora al centro del fiume e stazionano per giorni fino alla fine della vendita del loro carico di frutta o verdura.
Di solito caricano uno o due tipi di verdure, e per far capire cosa offrono appendono un campione del prodotto in vendita su un palo, in modo che chi e' interessato possa sapere che loro lo hanno.
Le barche piu piccole si aggirano tra i barconi e merce sale e scende dalle barche.
Altra ora di navigazione ed arriviamo a Phong Dien, un altro mercato galleggiante ma stavolta al dettaglio: le barche sono piu' piccole, hanno molta merce varia e ben esposta, c'e' molto piu colore e piu animazione; molto bello e pittoresco.
mercoledì 22 gennaio 2014
Vietnam: Chau Doc
Doveva succedere prima o poi, meglio prima che poi e meglio accorgersene subito: gli occhi si abituano subito alle cose belle, alle cose grandi ed entusiasmanti che poi fanno fatica a riconoscere le cose piccole e graziose che la vita continua a metterti sotto il naso tutti i giorni.
Cosi' dopo mesi di bellezze e dopo i templi di Angkor tutto al momento sembra diventare ordinario, gia' visto, insignificante.
E' qui che bisogna stare attenti e svegliarsi da questa 'ipnosi' da viaggio: quando la mente dice "qui non c'e' niente da vedere" c'e' ancora la possibilita' di fermarsi, rallentare e guardare meglio.
Magari non si trova nulla, ma a volte ...
Ed ecco che i rilassanti canali del delta del Mekong ricordano Venezia ed e' ipnotico guardare le barche che lente scivolano sull'acqua.
Il mercato rivela frutta non incontrata fino ad ora mentre il primo impatto con il cibo Viet regala una cucina non speziata ma ricca di erbe profumate e nuovi piatti.
E poi la gente cordiale ed operosa che a volte ci guarda incuriosita.
Siamo alla vigilia di quello che noi chiamiamo 'capodanno cinese' che e' il loro equivalente delle nostre feste natalizie: le cittadine sono invase da bancarelle che vendono fiori, piante e cesti dono in cui il colore predominante e' il giallo, che porta soldi e prosperita', ma un po di rosso qua e la, che porta felicita', non sta mai male.
Anche le vetrine, l'albergo e l'interno dell'ascensore hanno addobbi gialli e rossi, e tutti si preparano alla grande festa che fara' fermare il paese per 3/4 giorni.
Verso il Vietnam
Il viaggio da Phmom Penh (Cambogia) a Chau Doc (Vietnam) e' un viaggio che molti viaggiatori scelgono di fare in barca, lungo il fiume Mekong, con una navigazione di 4/5 ore che attraversa il confine.
Cerchiamo di prenotare in agenzia ma e' troppo tardi, le 2 compagnie a costi decenti (24 e 28 dollari a persona) o non effettuano il viaggio o non rispondono al telefono.
Poi in una guesthouse troviamo un offerta per 17 dollari e pensiamo di aver fatto un affare: la mattina dopo ci troviamo su un pulmino che fara' 3 ore di strada prima di lasciarci ad una barca, dopo la frontiera vietnamita, con cui faremo l'ultima ora di viaggio.
La truffa e' palese: di 10 persone nel pulmino solo 3 sapevano che era una combinazione fatta in quel modo, gli altri 7 erano convinti di aver acquistato un tour di sola barca.
Non era il primo problema avuto con i trasporti e non sara' l'ultimo, ma questo era proprio un imbroglio che mi ha privato di una parte del piacere del viaggio.
A parita' di difficolta' con l'inglese, in Cambogia quando acquisti un trasporto che ti deve portare in un posto non e' mai chiaro 'come' ti ci portano e dove ti lasciano; e' vero che arrivi ma e' difficile capire bene come, in quanto tempo, dove passi nel frattempo e se devi fare un trasbordo da un mezzo ad un altro.
Comunque, accettato che oramai e' andata cosi ... benvenuti in Vietnam!
Si capisce subito che siamo sbarcati in un altro posto: il primo impatto con il paese sono le bandiere rosse con la stella gialla al centro (e qualcuna con la falce e martello), una marea di motorini ovunque e un sacco di fiori !!!!
Non male, vediamo come prosegue ...
sabato 18 gennaio 2014
Cambogia: Kompong Luong
Stamattina bus da Battambang a Pursat per poi prendere subito un tuk-tuk e farsi 40 km andare e 40 a tornare per andare a vedere il villaggio galleggiante di Kompong Luong, sempre sul lago Tonle Sap.
Si tratta di un villaggio di qualche centinaio di case ed edifici interamente costruiti su barche o chiatte galleggianti, tenute a galla da fasci di bambu' o bidoni vuoti.
Il villaggio si raggiunge e si visita in barca ed e' abbastanza vicino alla riva ma siccome il livello del lago cambia al cambiare delle stagioni, 2 volte l'anno tutto il villaggio viene trainato e spostato.
Poco battuto dai turisti, e' affascinante e ha dell'incredibile; ci sono negozi vari, distributori di benzina, un tempio, una pagoda ed una chiesa cristiana, la fabbrica del ghiaccio, pescatori che puliscono o seccano il pesce, quelli che riparano le reti, 2/3 officine meccaniche, parrucchiere, scuola, cantiere navale, costrittori di nasse, negozi di telefonia, fabbro, bar ... tutto quello che serve, tutto galleggiante, tutto spostabile.
Degna di nota la venditrice ambulante di bibite e snack che, su una barchetta di legno con un ombrellone rosso della Coca Cola piantato, fa il giro del villaggio casa per casa a offrire refrigerio.
Interessante, molto vivo ed autentico, a differenza dell'altro vale veramente il viaggio.
Cambogia: Battambang
Lasciati alle spalle i templi di Angkor e le comodita' di Siem Reap, si riprende a viaggiare: Ermes e' ripartito per Bangkok, destinazione Italia, e nel frattempo e' arrivata Rosi con cui prendo un bus per Battambang.
Citta' coloniale, offre qualche escursione minore nei dintorni tra cui il Treno di bambu'; ad un certo punto gli abitanti del posto si sono ritrovati i binari della ferrovia ed hanno pensato bene di sfruttarli con un semplice mezzo autocostruito.
Due semiassi come quelli del treno, una semplice piattaforma di bambu' che poggia sui semiassi, un motorino a benzina ed il gioco e' fatto.
Uno di questi trabicoli porta anche 7/8 persone e quando 2 si incontrano il 'treno' che ha meno persone a bordo fa scendere tutti, si solleva la piattaforma dai semiassi, si tolgono i semiassi dalle rotaie, l'altro passa e si rimonta il tutto.
Smontare e rimontare e' un operazione da massimo 3 minuti, semplice ed efficente.
Oggi il treno di bambu' e' un attrazione turistica che in 20 minuti ti porta in un villaggio di capanne di paglia dove vendono rinfreschi e souvenir, e poi in altri 20 minuti ti riporta indietro, ma e' divertente correre tra le risaie su rotaie sgangarate, con l'aria sul viso ed il frastuono del treno sulle rotaie, e partecipare al montaggio e smontaggio del mezzo.
Al ritorno, sosta per fotografare il tramonto sulle risaie.
Ancora una volta un plauso alla fantasia ed alla ingegnosita' umana, alla faccia delle leggi sulla sicurezza !!!!
venerdì 17 gennaio 2014
Cambogia: Kompong Pluk
Seam Reap e' a pochi chilometri dal lago Tonle' Sap e con una escursione di mezza giornata centinaia di turisti vanno a vedere un villaggio su palafitte costruito sull'acqua.
Il villaggio di Kompong Pluk mi ricorda alcune scene di Waterworld di Kevin Costner: case di legno grigie e buie arroccate su palafitte alte 5/6 metri, persone tristi e malvestite che dall'alto guardano il traffico delle barche di turisti scalmanati che, macchina fotografica alla mano, fotografano qualsiasi cosa si muova.
Ai piedi delle palafitte, su zattere di legno o bambu', vasi di fiori, verdure, stie di galline, un maiale, un negozio di piante, panni ad asciugare, bambini che giocano, donne che lavano i panni ...
Uno spaccato di umanita' molto diverso da quanto si puo' vedere altrove, ma mi ha lasciato una sensazione di tristezza, sporco, grigio ... consigliato agli studiosi dell'essere umano (haime).
Cambogia: Beng Mealea
Situato a 72 km da Siem Reap, questo templio e' raggiungibile solo noleggiando un auto; non ci sono tour organizzati che lo offrono, il che e' un bene perche' sono pochi i turisti che si avventurano fino a qui.
Ma anche se costa e richiede molto tempo per arrivarci l'esperienza ripaga il sacrificio; il tempio e' mezzo diroccato, ancora in parte avvolto dalla vegetazione e a prima vista non sembra promettere molto ma appena arrivati ci aggancia un anziano custode del tempio che, infradito ai piedi, ci fa da guida tra i cumuli di macerie.
E qui parte un avventura alla Indiana Jones; su e giu per le macerie, dentro le gallerie buie e diroccate con radici degli alberi che pendono dal soffitto, fuori e dentro per le finestre, lui ci dice dove mettere i piedi e dove non andare.
Assolutamente fuori da tutte le norme di sicurezza, improponibile al turismo dei pulman ma veramente autentico: si puo intuire l'emozione di chi ha ritrovato questi templi dimenticati nella giungla.
Una parte del tempio e' percorsa da passerelle di legno che, per superare le macerie, corrono a diversi livelli per cui a volte ci si ritrova al livello dei tetti con una visuale completamente diversa.
Il vecchio custode parla poco e male l'inglese, ripete sempre le stesse cose ma sa dove mettere i piedi e dove scattare le foto, piu' che sufficente; ad un certo punto incontriamo un custode giovane che ci spiega meglio una cosa in un buon inglese, ma sta accompagnando qualcun altro e dagli sguardi capisco che c'e' affetto per il vecchio custode che arrotonda il suo stipendio come puo'.
Comunque bello, affascinante, avventuroso, unico.
Cambogia: Banteay Srie
A 30 km da Seam Reap, ancora un tempio diverso: piccolo, affollatissimo ma bellissimo, in pietra rosa, con incisioni e bassorilievi molto raffinati.
Una bomboniera ...
Cambogia: Ta Prohm
Questo templio e' molto famoso in quanto alcune delle piu belle foto di Angkor dei templi avvolti nelle radici degli alberi sono state fatte qui.
Il tempio e' mezzo diroccato, sotto alti alberi che lo proteggono dal sole, con cumuli di macerie un po' ovunque ed il divieto di camminare fuori dei percorsi recintati ma penso che ogni turista che passa a Siem Reap viene a fare una foto qui.
Molto affascinante, si percepisce la forza devastante della natura sulle pietre.
Cambogia: Angkor Thom
Altro re, altro fossato, altra fortificazione, altra citta, altri templi.
Ad Angkor Thom si accede attraverso 4 ponti e 4 porte, una per punto cardinale, che attraversano un fossato quadrato fortificato largo solo 100 metri ma lungo 12 km.
L'edificio piu' importante e' il Bayon, con le sue enormi ed inquietanti 54 faccie del re che ti guardano, ovunque tu sia; e' un affascinante labirinto di stanze e stanzette su piani sfalzati che ti fa perdere il senso di dove sei, fino ad arrivare alla piattaforma centrale all'ultimo livello, dove ci sono le torri principali.
Se dovessi costruire un videogioco, questo sito sarebbe uno spunto fantastico!!!
giovedì 16 gennaio 2014
Cambogia: templi di Angkor
Il vasto sito archeologico di Angkor e' stato costruito tra l'800 e il 1400 dai re della civilta' khmer che, quando venivano incoronati, si sentivano in dovere di edificare qualcosa di piu' grande e di piu' maestoso del predecessore.
Il risultato e' stato un vasto insieme di fossati, fortificazioni, citta', templi e bacini idrici distribuiti in una superficie di centinaia di km quadrati, in cui vivevano milioni di persone.
Siccome si riteneva che la pietra ed il mattone fossero da riservare alle divinita', non rimangono tracce di case e palazzi, costruiti in legno, paglia e bambu', e la gran parte di quello che e' arrivato fino a noi e' rimasto sommerso dalla giungla per secoli.
Consacrato al turismo internazionale solo negli ultimi anni, offre centinaia di siti la cui differrnza di forma, costruzione, raffinatezza, conservazione e ambientazione rende l'esperienza sempre unica e varia.
Descrivere i templi e' difficile, sarebbe un panorama di superlativi che non renderebbe comunque giustizia alle emozioni che si vivono sul posto; le foto rendono ancora meno in quanto la luce appiattisce le forme, toglie il senso di profondita' e non passa l'ambiente in cui ci si trova.
Insomma, difficile descriverli e difficile fotografarli, ma si tratta di un esperienza unica al livello delle rovine Maya o Atzeche.
Il tempio piu' famoso e' Angkor Wat, riprodotto anche nella bandiera cambigiana; solenne ed imponente, sembra sia stato un monumento funerario destinato alle cerimonie funebri e alla conservazione delle spoglie reali.
Le dimensioni sono enormi; il sito e' dentro un fossato pieno d'acqua largo 190 metri delle dimensioni di 1,3 x 1,5 km ed ospita diverse strutture tra le quali quella centrale ha un porticato con 800 metri di bellissimi bassorilievi alti 2/3 metri.
La struttura centrale si compone di tre livelli di stanze, vasche e corridoi dove le voci dei turisti passano dal giapponese al russo al cinese allo spagnolo, in una babele di razze e colori.
Avevo gia' visto che visitare templi con molta gente fa perdere l'atmosfrera e la magia del posto, ma molto del fascino e della sua maestosita' rimane lo stesso.
lunedì 13 gennaio 2014
Cambogia: Siem Reap
Se c'e' una citta' che non si puo' perdere della Cambogia e' proprio Siem Reap; e' il punto di partenza per vedere il complesso dei templi di Angkor, uno dei siti archeologici piu' belli e famosi al mondo che attira ogni anno piu' di 2 milioni di visitatori.
Con tutta questa massa di turisti e di denaro la citta' si e' trasformata nel tempo ed ora offre centinaia di alberghi, ristoranti, bar, bancarelle di souvenir e cose varie destinate al mercato turistico.
C'e' una zona centrale chiamata Pub Street dove la sera la concentrazione di bar, ristoranti, luci e musica ad alto volume fa impallidire la movida di qualsiasi localita' romagnola.
Insomma, se dopo una giornata di visita ai templi avete ancora energia per tirare tardi la notte ...
(foto: particolare di Phnom Santuk)