mercoledì 18 dicembre 2013

Thailandia: Phayao

Oggi mi sveglio con calma e, copiando a Camilleri il termine, faccio la "mossa del cavallo".
Nel gioco degli scacchi tutti i pezzi si muovono in linea retta, in avanti, in dietro, in diagonale: solo il cavallo si muove 'a elle', dritto e poi inaspettatamente devia, scavalcando tutto quello che trova sul suo cammino.
Ed infatti zaino in spalla mi faccio un km circa fino alla stazione dei bus, ed invece di andare dritto a Chiang Mai prendo un bus per Phayao, 2 ore di viaggio su un fantastico bus di linea che avra' almeno 30 anni, con i ventilatori attaccati al soffitto che mi fanno pensare che, se sono li, a qualcosa serviranno.
Non servono, gli spifferi dei finestrini sono piu' che sufficenti: fa anche freddo.
Phayao e' una piacevole cittadina affacciata su una palude (che viene chiamata lago): bel lungolago curato, grandi aiuole di fiori e orchidee sugli alberi, ottimo per una passeggiata e relax di un paio di ore, torta al cioccolato e cappuccino, cenetta finale vista tramonto.
In dei momenti sembra quasi di essere sul Garda.
Poi alla fiera del paese con bancarelle, freccette che se sei bravo vinci un orsacchiotto, palco per lo show, pesca con estrazione dei premi, cibo da strada in tutte le varianti thai.
Ma fa freddo, sono stanco e me ne ritorno in albergo.
Anche se tendo ad evidenziare i lati positivi del viaggio non sempre azzecco i tour piacevoli, il cibo saporito, le escursioni elettrizzanti: questo albergo 'cinese' e' economico ma squallido, e sospetto che funzioni anche 'a ore', anche se non ho modo di esserne certo.
Ma e' pulito, con acqua calda, ha il wifi ed io ci devo stare solo poche ore.

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