mercoledì 19 febbraio 2014

Thailandia: 20 portate

Prima di tutto: sembra che si puo'scrivere sia Thailandia che Tailandia senza H, entrambe le dizioni sembrano valide in italiano.
Se ho sbagliato, sopravvivero'.
Oggi lascio Ko Bulon, un piccolo e piacevole paradiso per andare a passare qualche giorno sulla discussa e frequentata Ko Lipe.
C'e una 'speed boat' che fa questa tratta, viene da nord e va a sud.
Come gia' successo, nelle isole non c'e' quasi mai un molo per attraccare ed allora i passeggeri vengono fatti salire su una lenta 'long tail', una barchetta di legno da una decina di posti, e con quella si va in mare, ci si ferma e si aspetta, riparati dal tettuccio, in silenzio, sotto il sole, in balia delle onde per fortuna piccole.
Dopo un tot di tempo, 5 minuti o mezzora a seconda dei voleri degli dei del mare, arriva all'orizzonte il motoscafo d'altura e parte una scena degna dei film sui contrabbandieri o sui migranti africani.
La sponda del motoscafo e' in alto rispetto alla barca, e la prima cosa che dice il ragazzotto che si affaccia e' 'biglietti'; tutti si affrettano a rovistare nelle tasche, con la paura di essere lasciati li o ributtati ai pesci.
Per prima cosa il ragazzotto raccoglie i biglietti e le speranze di tutti; lui coi biglietti sopra, noi senza biglietti sotto ... e se c'e' una persona che non ha bigllietto come fai a sapere chi e'?
Chi non farai salire?
Nel dubbio sarebbe meglio affrettarsi ma prima tocca ai bagagli; valigie e zaini tirati su e giu come balle di paglia, e vedo il mio raggiungere la terra promessa mentre rimango ad ondeggiare sottobordo.
Per un attimo mi sento depredato, senza i miei averi, in mezzo al mare, vulnerabile; ma i bagagli da imbarcare sono stati imbarcati, e quelli da sbarcate pure, e allora viene dato il via libera ai turisti che arrancano per salire, mentre altri a malavoglia scendono incerti sulla barchetta traballante.
Merce imbarcata e sbarcata velocemente in mezzo al mare; manca solo l'elicottero della finanza e l'altoparlante che grida 'arrendetevi, siete circondati!'.
Cerco un posto a sedere, in questo carro bestiame galleggiante che trasporta una settantina di persone, e mi accontento di uno strapuntino conquistato a fatica.
Metto le cuffiette, parte la musica, riconosco Einaudi e mi ritornano in mente altri trasferimenti, altri viaggi, altri momenti di riflessione e di vita.
Oggi e' tutto diverso: di fianco a me non ci sono le persone locali, vestite in abiti locali, sono tutti turisti piu' o meno provati dal sole, molta pelle scoperta, qualche torso nudo, una babele di idiomi e canottiere multicolori.
Non sono su un vecchio bus che lentamente arranca tra risaie e palmeti ma su uno scafo in vetroresina che sobbalza sul mare piatto.
Non ho messo le cuffiette per evitare le melense canzoncine locali sparate a tutto volume dal televisore del bus ma per evitare il frastuono di 3 motori fuoribordo da 250 cavalli l'uno.
Oggi non mi sento un viaggiatore, oggi mi sento un turista.
Ma va bene: mi sento pieno, ho visto talmente tante cose e vissuto talmente tante emozioni che faccio fatica a ricordarle.
E' come un pranzo da 20 portate, tutte buonissime; alla fine, chi se li ricorda gli antipasti?
Questo blog mi sara' molto utile proprio per riconnettermi e rivivere quelle emozioni che sono li, dentro di me, seppellite e stratificate dal tempo.
E questo senso di pienezza che provo e' molto bello; sono qui, al mare, in posti bellissimi e so che tra poco mi girero' e tornero' indietro, ed ho voglia di farlo.
Non ho la sensazione di perdita di quello che sto vivendo adesso, non c'e' il 'non vorrei andar via'; c'e' invece un senso di pienezza e la consapevolezza di dover tornare a casa, che ci sono cose da fare li e la voglia di tornare e di farle.
E' come un pranzo da 20 portate, tutte buonissime; dopo il caffe' hai voglia di alzarti ed andare a fare una passeggiata, piacevolmente sazio.

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