venerdì 28 febbraio 2014

Illusioni

In uno dei primissimi post di questo blog dicevo che in questo viaggio non cercavo nulla, e che tuttalpiu' avrei trovato qualcosa.
In effetti di cose ne ho trovate molte, ma sono anche rimasto un po deluso di non aver trovato qualcosa che, invece, mi aspettavo ci fosse.
Vedendola meglio da un altra angolazione questo significa che qualche cosa, anche io, senza avercelo chiaro, la stavo cercando.
Ma l'essere coscente della 'delusione' mi aveva subito fatto capire il mio errore, ed era subito passata.
Recentemente ho scambiato un libro che avevo finito di leggere ed ho preso in cambio il libro di esordio di Giorgio Faletti, "Niente di vero tranne gli occhi"; un ottimo romanzo poliziesco, storia intrigante, scritto bene e con moltissimi spunti di riflessione.
Non e' un caso che sia stato tradotto in molte lingue.
Ho copiato un passaggio; e' solo uno dei tanti spunti che il libro offre ma questo spiega esattamente la situazione.

:-)

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(parlando della citta' di New York)
"... e, mescolata a tutto cio', la gente che stava in quella citta' o che ci arrivava in cerca di qualcosa, senza sapere che qui non c'era, come non c'era da nessun'altra parte. Semplicemente, qui c'erano piu' posti dove cercare. In fondo, quello che tutti volevano era solo un illusione."

(foto: particolare di un tempio di Seam Reap)

giovedì 27 febbraio 2014

Thailandia: Ko Lao Liang

Dopo il Visa Run sono rimasti 3 giorni di 'buco' prima di ritornare a Bangkok per lo shopping finale pre-rientro.
Ne approfitto per farmi gli ultimi giorni di mare; in questo viaggio ho consolidato la mia recente tendenza ad evitare di stendermi al sole e mi sono invece ritrovato schiavo di posti dove tirare l'amaca all'ombra, ma a 10-15 metri dal mare.
Alzi gli occhi ed il blu' e' li, senti caldo e ti tuffi; e poi alle comodita' ci si abitua velocemente, un amaca e' molto piu' morbida sia della sabbia che del ghiaino...
Penso pero' che sia piu' che un abitudine, penso sia un modo a me piu' consono, ora, di vivere il mare.
Arrivare a Lao Liang e' diverso da altre isole; prima di tutto sono 2 isole vicinissime, con alte pareti verticali a strapiombo, che viste dal mare sembrano due denti molari.
Ma ognuna delle due offre una unica baia di sabbia, protetta dalle intemperie del mare aperto, con barriera corallina a 30 metri dalla riva.
Una delle due isole ospita un campeggio, unica struttura dell'isola; tende grandi con letti veri, bagni in comune, luce elettrica con il generatore, valida mensa con menu a forte presenza di pesce.
Vita semplice; ci sono delle vie per l'arrampicata sportiva, snorkeling, kayak e relax.
Sono arrivato e la prima sera eravamo solo 12 ospiti, tutti europei, per lo piu' giovani; io alzavo l'eta' media ... ma ci siamo trovati subito ed e' stato bello passare qualche giorno assieme.
La natura e' forte qui; si vive in un fazzoletto di terra di piu' o meno 400 metri di spiaggia con meno di 100 metri di alberi dietro, di cui alcuni secolari, circondati da pareti rocciose imponenti; le vie di arrampicata sono su una drammatica parete piena di stalattiti, bellissima anche senza in contrasto con l'acqua verde smeraldo.
Ho una tenda a 20 metri dall'acqua, l'amaca a meta' strada, e non e' umido, neanche la notte.
Entrando in acqua di fronte alla mia tenda, poco piu' in la', galleggiando sulla superfice dell'acqua ho trovato una tana con una murena ad una profondita' di un paio di metri; sono facili da vedere per chi fa immersione ma non cosi' comuni per chi usa solo la maschera e boccaglio.
Affascinante, come lo sono le stellate impetuose di notte; la costellazione di Orione, allo zenit, la fa da padrone.

lunedì 24 febbraio 2014

Thailandia: Visa Run

A differenza del turista (che fa viaggi brevi, in una nazione ci sta' poco e non ha questo problema) un viaggiatore si trova spesso a convivere con una spada di Damocle che si chiama 'scadenza del visto'; quando arrivi in una nazione ti danno il permesso di stare un tot (varia da nazione a nazione, dai 15 gg a 3 mesi) ed entro la scadenza devi andartene, altrimenti diventi 'illegale' e come minimo c'e' l'arresto.
A volte puo' capitare che vuoi stare di piu' ma non ti bastano i giorni del visto; hai due possibilita', fregartene e vivere da clandestino (sconsigliatissimo, ma in Brasile c'e' chi lo fa poi denuncia la perdita del passaporto) o correre ai ripari.
Di solito la soluzione piu semplice e' quella di uscire dalla nazione, rientrare subito dopo e riottenere altri giorni; tecnicamente si chiama Visa Run e ci sono agenzie che organizzano la cosa e ti supportano.
Il mio visto ha bisogno di 5 giorni in piu', ho 30 giorni e me me servono 35, quindi so che prima o poi ho bisogno di un Visa Run, oppure andare in un ufficio immigrazione di un capoluogo di provincia e pagare 50 euro (non sembra, ma e' costoso).
L'occasione giusta e' qui; sono a 2 passi dalla Malesia e la Malesia non chiede soldi per farti entrare.
Mi appoggio ad una agenzia che con un pulmino mi porta fino al confine (60 chilometri) e mentre il pulmino aspetta con i miei bagagli in territorio thailandese io a piedi varco la frontiera thai, timbro d'uscita (e se non mi fanno rientrare? I miei bagagli?), faccio i 100 metri che dividono la frontiera thai da quella malese, mi presento allo sportello, timbro di ingresso in Malesia, mi sposto di 1 metro allo sportello di fianco, timbro di uscita dalla Malesia, mi giro, 100 metri indietro e timbro di ingresso in Thailandia, visto per altri 30 giorni.
Sospiro di sollievo ... rimonto sul pulmino e torniamo al punto di partenza.
Sul passaporto adesso c'e' anche il timbro malese, anche se non ci ho messo nemmeno piede, tecnicamente ero rimasto sulla 'terra di nessuno' tra le due frontiere.
Mi ricorda quando da piccoli si andava in montagna sulle alpi e si varcava il confine svizzero solo per fare benzina, comperare sigarette e cioccolata e poi si tornava indietro immediatamente; il resto era troppo caro ...

domenica 23 febbraio 2014

Richiesta di traduzione

Ho trovato questo cartello di divieto qui a Ko Lipe, ma essendo scritto in thailandese non riesco a tradurlo; qualcuno puo' darmi una mano?

;-)

giovedì 20 febbraio 2014

Thailandia: Ko Lipe

Una delle isole thai piu' a sud, vicinissima alla Malesia, e' Ko Lipe.
Ko Lipe 'era' un altro paradiso perduto che invece adesso si sta' cementificando a vista d'occhio; la sua spiaggia piu' bella e' anche la piu' impraticabile, piena di barche rumorose che vanno e che vengono, ombrelloni, folla, musica ...
Ho trovato un bel posticino per dormire, appartato, nel verde, poca gente, fronte mare color smeraldo, spiaggia bianchissima, sotto una pineta, a 5 minuti di passeggiata dalla via dello struscio con i ristorantinegozziagenziedivingmassaggibarfruttapescefrescosouvenir: relax di giorno, passeggiata la sera.
Isola affollata, un po di 'vita notturna' fatta di bar e musica dal vivo, buon cibo, ottima base di partenza per belle immersioni (dicono) e belli snorkeling (dico io).
Vedere una cosi vasta varieta' di tipi di pesci colorati che sguazzano tra una cosi vasta varieta' di coralli, il tutto in 2-4 metri d'acqua cristallina, e' elettrizzante.
E mentre sono li, a pinneggiare a pelo d'acqua ed a guardare in giu' attraverso la maschera, all'improvviso vedo una stella marina.
E per un attimo il fondale scompare, scompaiono i pesci tropicali ed appare l'arenile di Porto San Giorgio dove da bambino qualche volta mi capitava di trovarle, spiaggiate, ancora vive.
E se si era fortunati si trovavano anche i cavallucci marini, spiaggiati; piu' tardi, verso i 10 anni, avrei imparato l'uso della maschera ed a vederli ed apprezzarli entrambi in mare, ancora vivi, ancora nel loro habitat naturale.
Ma era piu' di 40 anni fa, quando l'Adriatico era ancora un mare ...
 

mercoledì 19 febbraio 2014

Thailandia: 20 portate

Prima di tutto: sembra che si puo'scrivere sia Thailandia che Tailandia senza H, entrambe le dizioni sembrano valide in italiano.
Se ho sbagliato, sopravvivero'.
Oggi lascio Ko Bulon, un piccolo e piacevole paradiso per andare a passare qualche giorno sulla discussa e frequentata Ko Lipe.
C'e una 'speed boat' che fa questa tratta, viene da nord e va a sud.
Come gia' successo, nelle isole non c'e' quasi mai un molo per attraccare ed allora i passeggeri vengono fatti salire su una lenta 'long tail', una barchetta di legno da una decina di posti, e con quella si va in mare, ci si ferma e si aspetta, riparati dal tettuccio, in silenzio, sotto il sole, in balia delle onde per fortuna piccole.
Dopo un tot di tempo, 5 minuti o mezzora a seconda dei voleri degli dei del mare, arriva all'orizzonte il motoscafo d'altura e parte una scena degna dei film sui contrabbandieri o sui migranti africani.
La sponda del motoscafo e' in alto rispetto alla barca, e la prima cosa che dice il ragazzotto che si affaccia e' 'biglietti'; tutti si affrettano a rovistare nelle tasche, con la paura di essere lasciati li o ributtati ai pesci.
Per prima cosa il ragazzotto raccoglie i biglietti e le speranze di tutti; lui coi biglietti sopra, noi senza biglietti sotto ... e se c'e' una persona che non ha bigllietto come fai a sapere chi e'?
Chi non farai salire?
Nel dubbio sarebbe meglio affrettarsi ma prima tocca ai bagagli; valigie e zaini tirati su e giu come balle di paglia, e vedo il mio raggiungere la terra promessa mentre rimango ad ondeggiare sottobordo.
Per un attimo mi sento depredato, senza i miei averi, in mezzo al mare, vulnerabile; ma i bagagli da imbarcare sono stati imbarcati, e quelli da sbarcate pure, e allora viene dato il via libera ai turisti che arrancano per salire, mentre altri a malavoglia scendono incerti sulla barchetta traballante.
Merce imbarcata e sbarcata velocemente in mezzo al mare; manca solo l'elicottero della finanza e l'altoparlante che grida 'arrendetevi, siete circondati!'.
Cerco un posto a sedere, in questo carro bestiame galleggiante che trasporta una settantina di persone, e mi accontento di uno strapuntino conquistato a fatica.
Metto le cuffiette, parte la musica, riconosco Einaudi e mi ritornano in mente altri trasferimenti, altri viaggi, altri momenti di riflessione e di vita.
Oggi e' tutto diverso: di fianco a me non ci sono le persone locali, vestite in abiti locali, sono tutti turisti piu' o meno provati dal sole, molta pelle scoperta, qualche torso nudo, una babele di idiomi e canottiere multicolori.
Non sono su un vecchio bus che lentamente arranca tra risaie e palmeti ma su uno scafo in vetroresina che sobbalza sul mare piatto.
Non ho messo le cuffiette per evitare le melense canzoncine locali sparate a tutto volume dal televisore del bus ma per evitare il frastuono di 3 motori fuoribordo da 250 cavalli l'uno.
Oggi non mi sento un viaggiatore, oggi mi sento un turista.
Ma va bene: mi sento pieno, ho visto talmente tante cose e vissuto talmente tante emozioni che faccio fatica a ricordarle.
E' come un pranzo da 20 portate, tutte buonissime; alla fine, chi se li ricorda gli antipasti?
Questo blog mi sara' molto utile proprio per riconnettermi e rivivere quelle emozioni che sono li, dentro di me, seppellite e stratificate dal tempo.
E questo senso di pienezza che provo e' molto bello; sono qui, al mare, in posti bellissimi e so che tra poco mi girero' e tornero' indietro, ed ho voglia di farlo.
Non ho la sensazione di perdita di quello che sto vivendo adesso, non c'e' il 'non vorrei andar via'; c'e' invece un senso di pienezza e la consapevolezza di dover tornare a casa, che ci sono cose da fare li e la voglia di tornare e di farle.
E' come un pranzo da 20 portate, tutte buonissime; dopo il caffe' hai voglia di alzarti ed andare a fare una passeggiata, piacevolmente sazio.

venerdì 14 febbraio 2014

Si e' alzato il vento

Oggi tramonto disturbato dal vento che improvvisamente si e' alzato verso le 5 del pomeriggio: nuvole e perturbazione in arrivo.
Erano settimane che non sentivo il vento, quello di maltempo; ci sono state le brezze, piacevoli e rinfrescanti, ma il vento e' un altra cosa, e' vivo, forte, irrequieto, mette soggezione.
Negli ultimi giorni e' andata meglio con il grattarsi i morsi delle sandflys, ma a distanza di 4/5 giorni qualche volta, ancora ... accidenti a loro.
A Ko Tarutao i ranger del parco non avevano la connessione wifi e qui a Ko Bulon il wifi ce l'ha solo il resort piu' lussuoso che per farmi collegare ha preteso lo stesso importo che mi chiederebbe per la cena, birra compresa.
Praticamente un ricatto.
E' che quando si e' data per settimane la sensazione di essere sempre raggiungibili, sparire per 6/7 giorni fa entrare in allarme ...
Ma anche i prossimi giorni sara' cosi: nella terra ferma c'e' wifi ovunque ma nelle isole o hai il cellulare thai con il contratto che include internet (e io non ce l'ho) oppure trovare wifi gratuito e' dura.
Ma la prossima volta mi attrezzo meglio.
Notte di luna piena e di mare mosso: ci si vede come di giorno e la cosa che non mi sarei mai aspettato e' vedere il mare di notte degli stessi colori del giorno, azzurro chiaro fino alla barriera e poi blu.
Un bel mare, anche di notte.

(foto: autoritratto)

giovedì 13 febbraio 2014

Thailandia: conto alla rovescia

Ecco, ci siamo.
Doveva succedere prima o poi; dopo mesi passati a pensare ad andare avanti e' venuto il momento di cominciare a pensare a tornare indietro, quando rientrare a Bangkok, da dove, cosa fare nei giorni che rimangono.
Ieri sera ho comperato il volo da Trang a Bangkok per il primo marzo, il giorno dopo ho il volo per Roma ...
E allora Ko Bulon ancora fino al 16, poi Ko Adang e/o Ko Lipe una settimanella, un giorno per rientrare a Trang per l'estensione del visto thailandese ... rimangono da piazzare 4/5 giorni che a questo punto saranno su un altra isola vicino Trang, da decidere.
Il tempo che prima sembrava infinito adesso e' diventato come il bagagliaio della macchina; si girano e rigirano le valigie e le borse cercando di incastrarle al meglio per farci stare un po tutto.
Va bene, c'e' ancora molto da godere ...

(foto: colazione a Ko Bulon)

Thailandia: Ko Bulon

La sabbia, nella parte alta della clessidra, segna poco piu di 2 settimane al rientro in Italia ed io continuo a spostarmi nel Mare delle Andamane; "Ko" in thai significa "isola" e Ko Bulon e' un altro paradiso che, come Ko Kradan, ha tutto attorno la barriera corallina.
Questo significa che le spiaggie bianche, bellissime, si bagnano in piscine di acqua azzurra che, riparate dalla barriera, si staccano dal blu scuro dell'acqua profonda; la barriera e' un giardino di coralli e piante dove pesci multicolore e turisti muniti di maschera e pinne pascolano amorevolmente insieme.
La marea ha un escursione di piu di un metro e sul bagnasciuga si trovano conchiglie e rametti di corallo di diversi tipi e forme.
Anche se qui e' la stagione fredda, fa un caldo tale da costringere a ripararsi nelle ore centrali; mi sono guardato un po attorno e, emulando la fauna locale, ieri ho comperato un amaca e ho preso accordi con due alberi della pineta che ombreggia la spiaggia.
Conseguenza: dalle 11:00 alle 15:30 o amaca o ristorante, mentre spiaggia e mare o prima o dopo.
Giorni di relax, di lettura, di passeggiate, di snorkeling; cena massimo alle 19:30, alle 21:30-22 gia' in branda.
Isola piccola, si attraversa in 10 minuti a piedi; 2 spiaggie, 7/8 posti da dormire e pochi di piu' da mangiare.
Qui ci sono europei che svernano per mesi, tra cui un arzillo settantaseienne di Sirolo che, con la moglie, da 9 anni vengono qui a novembre e tornano in Italia ad aprile.
D'altronde a conti fatti io qui spendo 20 euro al giorno per 3 pasti alla carta ed una stanza con bagno, essenziale ma dignitosa.
Ed il mare e gratis ...

    :-)

mercoledì 12 febbraio 2014

Thailandia: Ko Tarutao

I trasferimenti cominciano a pesarmi, anche se sono brevi: un ora per rifare lo zaino, un ora di barca, un ora di pulmuno, una nuova citta', una nuova caccia alla stanza sperando che il letto non sia troppo duro.
Trang ha di bello un aereoporto che dista poco piu' di un ora di volo da Bangkok; nello stesso giorno parte la Rosi ed arriva la Yasho, ed allora il giorno dopo ci si gira e, dopo un ora di pulmino ed un ora di barca, si arriva a Ko Tarutao, isola principale del parco marino dell'arcipelago di Tarutao.
L'isola e' grande con buoni bungalow, essenziali ma dignitosi, gestiti dai ranger del parco e con un ottimo ristorante nonostante sia l'unico della spiaggia.
Anche qui, come in quasi tutte le isole tranne le piu' grandi, elettricita' solo dalle 18 alle 24, no internet e no acqua calda; detto cosi forse sembra un problema ma in effetti non lo e'.
Ci sono diverse cose da fare nell'isola: una grotta interessante, trekking, cascate, biciclette, kayak.
Unico inconveniente le sandflys; sono delle specie di pulci della sabbia che lasciano fastidiosi bitorzoli sulla pelle che ti fanno grattare notte e giorno per almeno 48 ore.
E allora via, si scappa a gambe levate (e martoriate).
Peccato perche' la seconda baia, Mo Lae, e' una falce di sabbia bianca lunga un chilometro che si incunea tra la il verde della giungla e il blu del mare; il tutto e' da condividere tra gli abitanti di 20 bungalow, quindi al massimo 40 persone.
Piu o meno come Riccione ...

mercoledì 5 febbraio 2014

Thailandia: Ko Kradan (foto)

Dopo 5 giorni di paradiso stamattina la barca mi strappera' da questo posto in cui non e' passato giorno in cui non abbia detto 'che meraviglia ...'
La materializzazione dei miei sogni tropicali: spiaggie deserte, piscina naturale azzurra, barriera corallina, pesci e vegetazione tropicale.
Mi e' veramente dispiaciuto uscire dal mio bungalow fronte mare ...

lunedì 3 febbraio 2014

Guerre di religione

Oggi ho finito a leggere un libro; era della vecchia serie dei Gialli Mondadori, un libro che avevo preso in una guesthouse a Sihanoukville in Cambogia.
Chissa' quanti lo avevano letto, come era finito li: e' stato con me in Cambogia ed in Vietnam, ed ora che l'ho terminato, qui a Kradan, in Thailandia, ha preso posto nello scaffale dei libri usati del resort che mi ospita.
In cambio ho preso un romanzo di Clive Cussler che ho gia' letto (e che rileggo volentieri) che era li a poltrire da chissa' quanto tempo; e' curioso pensare alla vita di questi libri che montano in uno zaino, viaggiano per il mondo per essere abbandonati poi chissadove, e rimanere in attesa di un altro viaggiatore che li prenda per fare un altro pezzo di mondo.
E chi sono quelli che danno i passaggi a questi libri? Uomini? Donne? Giovani o menogiovani?
Trovare un libro italiano in giro non e' facile: forse noi italiani siamo possessivi, non ci piace abbandonarli?
Chissa ...
Comunque leggo la prefazione e mi viene da dire "anche qui"!
La prefazione parla della famosa Biblioteca di Alessandria che "esistette veramente, e se non fosse stata devastata dalle guerre e dal fanatismo religioso ci avrebbe donato non soltanto il patrimonio della conoscenza degli imperi dell'Egitto, della Grecia e di Roma, ma anche delle civilta' poco note che nacquero e tramontarono molto lontano dalle rive del Mediterraneo.
Nel 391 d.C. l'imperatore cristiano Teodosio ordino' di bruciare tutti i volumi e le opere d'arte che avevano contenuti sia pur lontanamente pagani e che includevano gli insegnamenti degli immortali filosofi greci ....".
Un immenso patrimonio mondiale perduto per sempre.
E allora mi sono dovuto fermare a riprendere un pensiero che mi ha accompagnato per settimane e che ha lavorato, dentro, come un tarlo.
In questi mesi di Asia ho visto templi birmani distrutti dai thailandesi, templi thailandesi distrutti dai birmani, templi laotiani rasi al suolo dai thai, templi khmer distrutti dai khmer rossi ... le ideologie e le fedi religiose invadono i territori vicini, distruggono le culture esistenti e installano le  proprie, i propri dei, le proprie credenze.
Patrimoni di cultura, di arte, di bellezza vengono irrimediabilmente persi in nome del "mio dio che e' meglio del tuo" (o piu recentemente "il mio modo di pensare e' meglio del tuo").
Il vincitore annulla e cancella il vecchio e impone al vinto il proprio modo di pensare; e se pensate che accadeva solo secoli fa vi prego di informarvi sugli orrori del conflitto serbo-bosniaco che e' successo solo l'altroieri, la porta accanto a casa nostra.
Ovvio che tutto cio' non fa che accrescere l'odio da parte del vinto verso il vincitore, e getta il seme della vendetta e del riscatto; si prepara il campo alla prossima "guerra di liberazione".
E a questo punto "terrorista" o "partigiano" sono solo due etichette messe alla stessa persona a secondo del fronte da cui la si guarda.
Accade ancora, oramai da migliaia di anni, ovunque, e se non e' la religione e' il colore della pelle, o l'etnia, o il modello economico (gli Usa e la Cina in questo sono dei maestri).
A questo punto mi spiace diventare retorico, ma oramai ho una certa eta', e con l'avanzare dell'eta' si ha meno da perdere; abbiate pazienza.
C'e' una vecchia canzone che conosciamo tutti e che tutti abbiamo canticchiato piu' di una volta, negli ultimi quarant'anni; se soltanto ne conoscessimo veramente il testo, il significato profondo, se solo provassimo veramente a farla un po' piu' nostra, giorno dopo giorno.
Altrimenti la prossima volta che l'ascoltate alla radio invece di canticchiarla, onestamente, cambiate canale ...

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Imagine (John Lennon)

Immagina che non esista il paradiso
È facile se ci provi
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il cielo
Immagina che tutta la gente
Viva solo per l’oggi

Immagina che non ci siano nazioni
Non è difficile da fare
Niente per cui uccidere o morire
E anche nessuna religione
Immagina tutta la gente
Che vive la vita in pace

Puoi dire che sono un sognatore
Ma non sono l'unico
Spero che un giorno anche tu ti unirai a noi
E il mondo sara' una cosa sola

Immagina un mondo senza possesso
Mi chiedo se ci riesci
Senza avidità o ingordigia
Una fratellanza di uomini
Immagina tutta le gente
Che condivide il mondo

Puoi dire che sono un sognatore
Ma non sono l'unico
Spero che un giorno anche tu ti unirai a noi
E il mondo vivra' come una cosa sola
 

domenica 2 febbraio 2014

Thailandia: Ko Kradan

Prima di partire per questo viaggio c'e' stata, ovviamente, una fase di preparazione dove mi sono creato un elenco delle cose da vedere e di conseguenza un itinerario di massima: l'estate italiana volgeva al suo termine ed io gia' cercavo di collocare nuove spiaggie e nuovo relax cullato dal rumore del mare.
Sognavo un bungalow sulla spiaggia, a 10 metri dal mare, dove stare tranquillo a leggere un libro ed a sorseggiare acqua fresca, dove ogni tanto alzare lo sguardo e sorridere del fatto di trovarmi in paradiso.
I saggi dicono che i sogni si possono avverare, se si sogna correttamente e si mettono tutte le energie al servizio del sogno, senza paura, senza remore.
Il mio era un sogno facile da realizzare, poche ore di traghetto e Ko Kradan e' li, a portata di mano: mentre scrivo alzo gli occhi e vedo spiaggia bianca, vegetazione rigogliosa, acqua azzurra, isole all'orizzonte.
Davanti a me, 4 giorni di questo azzurro ...

sabato 1 febbraio 2014

Thailandia: da Phuket a Ko Lanta

Arrivati a Phuket si capisce subito che qui siamo nell'industria della spiaggia: se mettiamo insieme la cordialita' thai, la buona cucina, l'organizzazione e delle belle spiaggie di sabbia chiara circondate da verde tropicale diventa scontato che qui ci sia mezzo mondo.
Phuket ha dalla sua parte un aereoporto internazionale che sforna turisti a tutto spiano; molti di loro non vanno molto lontano e si fermano in una delle belle spiaggie attrezzate che come unico difetto hanno solo il fatto di essere troppo affollate e troppo cittadine.
Ok, mai come Rimini, e comunque a molti piace cosi; comunque Phuket e' anche il punto di partenza per andare in altre isole.
Una valida alternativa che gli italiani conoscono abbastanza bene e' l'isola di Lanta; con un aereoporto a meno di 2 ore di pulmino, anche Lanta e' abbastanza affollata a nord, ma prendendo in affitto uno scouter ed andando nella parte sud si trovano piacevolissime spiaggie poco affollate con economici baretti arrangiati sulla spiaggia che cucinano, servono da bere, affittano bungalows e qualche raro ombrellone.
Ed il gioco e' carino; dormi qui, con lo scouter vai in una spiaggia, stai li, pranzo,ancora spiaggia, poi torni per una doccia, poi di nuovo scouter, altro baretto che nel frattempo ha messo dei tavoli sulla sabbia e fai cena sotto le stelle, con i profumi della notte, lontano dal caos, dalla musica ad alto volume e dalle luci scintillanti.
Nel mare, la' verso ovest, dietro il tramonto ed oltre le luci delle lampare che pescano di notte sull'orizzonte, continuando lontano si arriverebbe a casa, dove l'Ansa apre la sua pagina web con "Il maltempo piega l'Italia".
La sabbia e' ancora calda e la notte non accenna a voler diventare umida; peccato che un sito web non sia come un giornale; non si piega ...